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Una
promessa di successo Rimettere mano all’Italicum Il
mandato del Comitato della segreteria nazionale è stabilito dal congresso
nazionale celebrato l’anno scorso, la cui piattaforma riafferma i valori
europeisti e il progetto liberal democratico a cui abbiamo lavorato per
almeno 5 anni. E’ convinzione di questo comitato di segreteria che solo
l’Europa, quale è stata costruita dalle forze popolari, socialiste e liberali
del secondo dopoguerra sua una garanzia per la democrazia italiana. Una crisi
dell’Europa e speriamo bene che l’Inghilterra non la acceleri con il voto
referendario, avrebbe conseguenze drammatiche, particolarmente sul nostro
paese, dove la situazione economica, checché ne dica il governo, è tutto
fuorché incoraggiante. Sotto il profilo politico, le conseguenze di una crisi
dell’Europa per l’Italia sarebbero ancora più gravi perché il sistema paese
sta dimostrando sempre minori punti di riferimento a cui rivolgersi.
Nell’ambito degli appuntamenti elettorali appena superati, il partito ha
presentato liste e candidati in alleanza con le forze politiche di vocazione
europeista, socialiste o popolari, preoccupandosi ove possibile, di cercare
un’intesa con le altre forze liberali. Dove il Pri era presente le coalizioni
hanno vinto il che dimostra l’importanza della nostra forza politica
organizzata. In questi mesi che abbiamo davanti, il Comitato di segreteria
intende lavorare principalmente per tornare ad affermare la struttura del
partito in molte regioni del Paese in cui questa è in difficoltà, e ritiene
questo obiettivo come la principale preoccupazione del gruppo dirigente.
Aggiungiamo che la negativa esperienza delle elezioni europee di due anni fa,
non ha compromesso le relazioni del Pri con la famiglia liberal democratica
dove i contatti sono costanti, avendo in comune l’interesse di rafforzare
un’area che nel complesso dell’ Europa era e resta, di minoranza. Siamo
convinti che questo mondo liberal democratico sia il faro del futuro
dell’unione europea e che bisogna avere la cura di non disperderlo. Per ogni
ulteriore sviluppo di queste posizioni, serve un nuovo congresso che
consideri superato ed archivi quello del marzo del 2015. Ovviamente, per le
fortune del nostro partito e delle nostre alleanze liberali, alla quale
invitiamo tutti a cooperare. sarà necessario rimettere mano all’ Italicum, se
non perché lo chiederà la Corte costituzionale, come è probabile, perché al
ballottaggio, lo abbiamo visto, partecipano circa il 30 per cento degli
italiani. Un po troppo pochi per decidere le sorti di governo della
Repubblica. Roma, 21
giugno 2016 |
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